Gb, la ministra dell’Interno finisce nella trappola di un hacker

Si spacciava per consigliere della premier May, ma Amber Rudd ha scoperto la bufala prima di rivelare segreti di Stato.

Un hacker che si spacciava come il nuovo consigliere della comunicazione del primo ministro britannico, Theresa May, è riuscito a ingannare il ministro dell’Interno della Gb, Amber Rudd, con uno scambio di email sulla sua posta personale. A riportare la vicenda è il The Guardian.

L’impostore, che usa il nome di “Sinon Reborn”, in passato ha utilizzato le identità dei membri della squadra del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ed era riuscito ad avere una scambio di battute diretto sempre con Rudd, e sempre attraverso l’account personale della ministra. “Reborn” questa volta si è presentato come Robbie Gigg, capo delle comunicazioni del leader conservatore May, e da un indirizzo falso ha contattato la titolare degli Interni tramite messaggio inviato all’email pubblica riservata ai parlamentari britannici.

Da lì ne è nato un breve scambio di messaggi con Rudd, che gli ha commesso l’errore di rispondergli dal suo indirizzo privato. Secondo la trascrizione dei messaggi, datata 7 luglio, Rudd ha realizzato che si trattava di un fake dopo un primo scambio di cortesie. E quando l’impostore gli ha chiesto a quali progetti stava lavorando, il ministro ha risposto: “Beh, come può immaginare ci sono molte cose all’ordine del giorno, e avere la mano più pesante con chi si spaccia per quello che non è sicuramente uno di queste”.

L’hacker, che risede nel Regno Unito, in passato si è spacciato prima per il consigliere e genero di Donald Trump, Jared Kushner, e poi per l’ex capo di Stato maggiore del presidente Usa, Reince Priebus. Al “Guardian” il pirata informatico ha dichiarato che “è riuscito a parlare con il ministro con relativa facilità”. Ma quando Rudd ha capito il giochino, l’hacker ha risposto semplicemente: “Non pensa che dovrebbe essere più attenta alla Cybersecurity, essendo un ministro degli Interni?”. Una domanda che non ha ricevuto alcuna risposta.

Lo scambio di email con il falso Robbie Gigg è stato confermato anche da un portavoce del governo britannico, il quale ha voluto precisare anche che la ministra Rudd “ha subito capito che si trattava di una bufala”.

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