Crack delle 4 banche: ecco il modulo per limitare le perdite. Correntisti chiudono i conti

Istruzioni per affrontare il decreto di salvataggio di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di …

Istruzioni per affrontare il decreto di salvataggio di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti (a fondo pagina)

Mentre il governo prende tempo sulle modalità del promesso rimborso, il rischio della corsa agli sportelli è diventato realtà. Un gruppo di obbligazionisti di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, che dopo il decreto del 22 novembre hanno visto azzerato il valore dei titoli che avevano in portafoglio, ha infatti comunicato che sta “trasferendo in altri istituti, o altrove, quello che rimane dei propri risparmi“. E chiudendo i conti correnti nel frattempo trasferiti automaticamente nelle “nuove” banche che hanno preso il posto degli istituti risolti. Una nota di quelli che si definiscono “vittime del Salva-Banche, truffate dal decreto 180/2015″, spiega che “i correntisti stanno già procedendo al trasferimento dei propri conti correnti in altri Istituti che non siano collegati alla dirigenza delle quattro vecchie e nuove banche e ai probabili Istituti che a gennaio acquisteranno le nuove banche”. L’intenzione è di ricorrere “a istituti che godono di una vigilanza più attenta rispetto a quella che è stata in grado di fornire Bankitalia“.

Salva banche, risparmiatori: “Noi truffati, chiudiamo i conti”. Governo prende tempo e rimanda soluzione

I risparmiatori spiegano di essere “stati spinti, in maniera obbligata ed inconsapevole, ad acquistare obbligazioni subordinate”, che erano “vendute dagli stessi dipendenti delle quattro banche come titoli sicuri e con tassi di interesse bassi, quindi che non presupponevano alcuna speculazione e rischio“. E annunciano azioni legali per “frode, mancata vigilanza, dichiarazioni false al mercato e notizie sulle azioni contro tutte le istituzioni e i protagonisti coinvolti, con il coordinamento di Adusbef e Federconsumatori“. Quanto al parziale indennizzo che il governo progetta di mettere in campo, il comunicato lo definisce “un contentino” e anticipa che non lo accetterà perché punta al risarcimento totale di capitale e interessi a azionisti e obbligazionisti.

La commissione Bilancio accantona emendamenti: “Affrontiamo il nodo alla fine dell’esame della Stabilità” – Intanto a Montecitorio non si trova la quadra sull’intervento promesso da Matteo Renzi per “dare sollievo” almeno parziale agli obbligazionisti. Domenica sera la commissione Bilancio della Camera ha chiuso la prima fase di esame del decreto, inserito nella legge di Stabilità con un emendamento dell’esecutivo, senza approvare alcuna proposta di modifica. Gli emendamenti ritenuti meritevoli di approfondimento, una quarantina, sono stati accantonati e il presidente Francesco Boccia (Pd) ha fatto sapere che “permetteranno ai relatori Melilli e Tancredi di fare proposte” e “nella giornata conclusiva dell’esame della Stabilità in Commissione ci sarà modo di tornare sul tema per affrontare gli aspetti più delicati, anche alla luce di quello che dirà il ministro Padoan”. Il Pd propone tra il resto di usare gli eventuali ricavi dalle azioni giudiziarie contro gli ex amministratori delle banche salvate, i Cinque Stelle chiedono che si metta mano ai dividendi della Banca d’Italia, la Lega punta su un fondo da 500 milioni di euro da istituire presso Cassa depositi e prestiti e Sel sullo sgravio fiscale del 26% sulle perdite. Da più parti arriva poi la richiesta di far partecipi i risparmiatori delle plusvalenze che deriveranno dalla cessione delle bad bank. Il governo si limita a ribadire che è escluso un intervento di tipo ‘orizzontale’, cioè per tutti.

La proposta Pd: risorse dai processi agli amministratori – Due subemendamenti a firma Pd prevedono che siano utilizzati “con priorità per il rimborso delle obbligazioni subordinate e ripartiti, pro quota, fra tutti i possessori delle azioni alla data del 22 novembre 2015″ i ricavi derivanti” dalle azioni giudiziarie in corso promosse dalle banche salvate verso gli amministratori delle stesse e le eventuali plusvalenze derivanti dal recupero dei crediti“. In tal modo pagherebbero almeno in parte i responsabili della crisi delle quattro banche, che erano commissariate da anni.

Dividendi Bankitalia ai piccoli risparmiatori – Il Movimento 5 stelle ha presentato un emendamento in base al quale una quota di dividendi annuali di Bankitalia non superiore al 3% del capitale dovrà essere destinata al rimborso di azioni e obbligazionisti “fino a concorrenza del valore complessivo della riduzione subita”. Va ricordato che via Nazionale, sulla base del decreto “Imu-Bankitalia” varato dal governo Letta nel gennaio 2014, può ora erogare agli azionisti a titolo di dividendo fino a 450 milioni, equivalenti a un rendimento del 6% sui 7,5 miliardi di capitale. Un’altra proposta di modifica stabilisce che le obbligazioni subordinate oggetto di riduzione sono trasformate in azioni ordinarie della bad bank alla quale sono stati ceduti i crediti deteriorati delle banche “risolte”. Un emendamento di Al-Possibile prevede la stessa cosa con l’obiettivo di permettere al risparmiatore di “beneficiare delle eventuali plusvalenze che si dovessero determinare al termine delle procedure di risoluzione dei crediti”. A rientrare nella’tutela sarebbero i titolari di quote non superiori a 100mila euro.

“Fondo di ristoro” presso Cdp per chi non era informato dei rischi – La Lega chiede di istituire presso Cassa depositi e prestiti un Fondo di ristoro, con dotazione annuale di 500 milioni di euro, con cui rimborsare gli azionisti e gli obbligazionisti “per i quali si dimostri, attraverso l’attività ispettiva della Banca d’Italia, di non aver ricevuto le corrette informazioni circa la reale consistenza rischiosa delle azioni e delle obbligazioni sottoscritte con frode e tutti i correntisti che perdano i propri capitali detenuti o investiti presso le banche sottoposte a procedure di risoluzione”. Scelta civica chiede invece di consentire il recupero fiscale del 26% delle perdite di azionisti e obbligazionisti delle quattro banche salvate “fino ad un massimo di 50.000 euro”.

Gli sgravi fiscali per le banche che contribuiscono al Fondo di risoluzione – Un emendamento Pd sancisce che le banche aderenti a sistemi di tutela dei depositanti “deducono, ai fini delle imposte sui redditi, le somme corrisposte anche su base volontaria al Fondo di risoluzione”. Un subemendamento simile è stato presentato anche da Ap, ma dichiarato inammissibile per mancanza di coperture. Riferendosi a questo, il viceministro Enrico Morando ha detto che è comunque “all’attenzione del governo”. Pd e Sel chiedono anche che siano esentate “da ogni versamento aggiuntivo” che potrebbe essere richiesto da parte del Fondo di risoluzione nazionale, le banche di piccola dimensione, con attivo inferiore a 2 miliardi di euro, che negli ultimi tre anni non abbiano distribuito dividendi agli azionisti e che siano orientate a finanziare in via prevalente enti non profit.

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Il Fatto Quotidiano

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Domenica 22 novembre, il Governo ha emanato uno sconsiderato decreto legge, in vigore dal giorno dopo, per il salvataggio delle prime (e non certo ultime) quattro banche italiane “malate”:

Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti.

Il decreto, emanato ai sensi del D.Lgs. n. 180/2015, ha evitato il ricorso a fondi pubblici ed ha preservato i diritti di correntisti, depositanti e titolari di obbligazioni ordinarie, ma ha disposto l’azzeramento delle azioni e delle obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche.

Le quattro banche hanno riaperto immediatamente coi nomi di:

Nuova Banca delle Marche,

Nuova Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio,

Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara,

Nuova Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti,

per ora interamente possedute dal Fondo di Risoluzione istituito dal D.Lgs. n. 180/2015 gestito dalla Banca d’Italia (ove sono anche temporaneamente istituite le rispettive sedi legali) e finanziato da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi Banca.

La gestione provvisoria durerà il tempo necessario per vendere gli asset buoni delle banche al migliore offerente.

In poche parole, il salvataggio delle quattro banche, peraltro forse evitabile dato che lo stato di crisi era ben noto da tempo anche alle Autorità di Vigilanza, si è potuto ottenere grazie al bagno di sangue degli azionisti e degli obbligazionisti subordinati, soprattutto quelli di minoranza che erano all’oscuro di tutto e non hanno potuto fare nulla per evitare il danno.

Non è certo sconosciuta l’abitudine dei funzionari del ceto bancario di effettuare una continua pressione sia sui clienti benestanti per l’acquisto di azioni ed obbligazioni della banca, che di subordinare la concessione di facilitazione all’acquisto di detti prodotti, ma non è certo una novità che detti prodotti “avariati” vengano anche collocati sul mercato da terzi emittenti dietro il pagamento di importanti commissioni.

ADUSBEF ha predisposto una serie di iniziative per cercare di recuperare il danno subito dagli azionisti ed obbligazionisti delle 4 banche.

Infatti, l’ufficio legale con il vicepresidente vicario, avv. Antonio Tanza, sta valutando la fattibilità delle seguenti azioni:

Esposto penale per la verifica di eventuali responsabilità che hanno determinato il dissesto ed il conseguente azzeramento dei capitali;

Azione civile per l’accertamento dell’eventuali responsabilità dell’emittente e degli organi di vigilanza;

Azione civile individuale contro la banca negoziatrice per l’omissione di informazioni sugli strumenti finanziari venduti;

Incostituzionalità del provvedimento legislativo.

Ai fini di verificare l’interesse della clientela e la fattibilità delle azioni compilate il MODULO DI ADESIONE e restituitelo unitamente alla documentazione ivi indicata.

Spett.le ADUSBEF

Via Farini n. 62

00185 – ROMA

Fax 0683395114

e-mail info@adusbef.it

Oggetto: titolari di azioni e/o obbligazioni subordinate azzerate di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti in virtù del D.L. 22/11/2015 in attuazione del D.Lgs. 16/11/2015 n. 180

Adesione alla campagna promossa da ADUSBEF – Associazione degli Utenti dei Servizi Bancari e Finanziari, Postali e Assicurativi, Associazione di consumatori di rilevanza nazionale ex artt. 137 e seg. d.lgs 206/2005 (codice del consumo), in persona del suo Presidente e legale rapp.te p.t Dott. Elio Lannutti.

Io sottoscritto _________________________________________________________, nato a ___________________________________ il ____/____/_____, residente in ______________________ (_____) CAP __________, alla Via __________________________________ n. ____, con telefono n. ___________________, con posta elettronica _________________________________________, nella qualità di associato ad ADUSBEF (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari Finanziari Postali Assicurativi), con sede in Roma alla Via Farini n. 62:

PREMESSO CHE

1)Lo scrivente è titolare di n. _________ azioni emesse da Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti (cancellare le banche non interessate) acquistate in data ______________ presso la banca__________ per un controvalore di €____________ ( € __________cadauna);

e/o:

2)Lo scrivente è titolare di n. _________ obbligazioni subordinate emesse da Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti (cancellare le banche non interessate), che rientrano fra quelle azzerate dal D.L. 22/11/2015, acquistate in data ______________ presso la banca__________ per un controvalore di €____________ ( € __________cadauna);

Tanto Premesso

Il sottoscritto chiede di aderire ad ogni iniziativa che ADUSBEF intenda intraprendere a tutela degli azionisti/obbligazionisti sia in sede penale (esposti denuncia) che civile (azione civile risarcitoria ex art. 140 d.lgs. 205/2006, azione civile individuale).

A tal fine allega in copia:

1) Contratto di collocamento/negoziazione;

2) Ordine/i di sottoscrizione/acquisto delle azioni/obbligazioni subordinate;

3) Eventuale modulo di opzione sottoscrizione obbligazioni subordinate;

4) Eventuale modulo di opzione sottoscrizione azioni in aumento di capitale;

5) Rispettive schede prodotto e valutazioni di adeguatezza (ove rilasciate);

6) Questionario MiFID (ove esistente);

7) Estratto dossier titoli ante 22/11/2015;

8) Copia documento d’identità;

9) Iscrizione ADUSBEF 2015;

(luogo) _________________, (data)__ ____________________

In Fede

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