Elicottero russo abbattuto in Siria: 5 morti. Isis minaccia Putin

Coperti dal fumo dei copertoni bruciati che rende più difficili i raid dell’aviazione russa governativa siriana, i ribelli hanno lanciato la più importante controffensiva in un mese per …

Coperti dal fumo dei copertoni bruciati che rende più difficili i raid dell’aviazione russa governativa siriana, i ribelli hanno lanciato la più importante controffensiva in un mese per rompere l’assedio ai quartieri orientali di Aleppo, dove circa 300 mila civili sono sotto assedio.

Trasportavano aiuti umanitari, tutti morti a bordo dell’elicottero

Camion kamikaze

A lanciare l’attacco, nella zona sud-ovest del fronte sono stati i combattenti di Ahrar al-Sham, una formazione appoggiata da Turchia e Arabia saudita. Due camion kamikaze di grandissima potenza hanno sfondato le linee dei governativi e di Hezbollah lungo la strada che collega la città ad Hama e Damasco e che è la principale via di rifornimento per le truppe che conducono l’assedio.

Al-Nusra lascia Al-Qaeda e si allea ai moderati

L’esercito ha contrattaccato questa mattina ma non è ancora chiaro se la situazione si è stabilizzata. Alla controffensiva ribelle partecipano i gruppi moderati e salafiti riuniti nell’alleanza Jaysh al-Fatah al-Halab, che comprende anche i filo-sauditi di Jaysh al-Islam, divisioni del Free Syrian Army (Fsa) appoggiato dall’Occidente, e la fazione di Al-Nusra che si è separata da Al-Qaeda per ricongiungersi con gli altri insorti. La decisione annunciata solennemente dal leader Al-Jolani è considerata più di facciata che altro.

Anche l’Isis partecipa

Anche se in conflitto con tutti questi gruppi, e in particolare con l’Fsa, l’Isis ha voluto dare il suo contributo al contrattacco. Questa notte un’ondata di veicoli kamikaze ha investito le line governative sempre lungo la strada Hama-Aleppo, ma dal lato opposto, quello orientale. L’attacco si è concentrato soprattutto attorno alla cittadina strategica, posta su una collina, di Khanasser, ma al momento è stato respinto.

Il fattore curdo

Ma l’assedio di Aleppo rischia di mettere in crisi anche l’alleanza fra ribelli arabi moderati e curdi. Queste forze sono riunite nelle Syrian Democratic Forces che assediano l’Isis a Manbij, 70 chilometri a Nord-Est della città. Ma ad Aleppo i curdi combatto a fianco dei governativi e hanno contribuito alla chiusura totale dell’assedio con la presa della Castello road. L’Isis sta cercando di sfruttare questa contraddizione per resistere a Manbij e indebolire l’alleanza arabo-curda.

L’esercito siriano ha confermato il lancio dell’offensiva da parte dei ribelli, sostenendo che i militari hanno respinto l’assalto a una base dell’aeronautica e negando di aver perso il controllo della scuola di Hikma. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha spiegato che sono in corso scontri tra ribelli e forze governative su diversi fronti alla periferia di Aleppo. Giovedì l’esercito russo, alleato delle forze del regime di Damasco, ha annunciato l’apertura di quattro nuovi corridoi umanitari ad Aleppo, ma da sabato solo 169 civili hanno lasciato la città.

Abbattuto elicottero russo a Idlib

Un elicottero russo è precipitato nel nord-ovest della Siria. Lo riferiscono attivisti siriani nella regione di Idlib e precisano che il velivolo è stato abbattuto da miliziani armati dell’opposizione nei pressi di Saraqeb. Le fonti mostrano immagini di documenti del pilota e foto del corpo senza vita recuperato dal relitto dell’elicottero.

REUTERS

La conferma del Cremlino

Sono tutte morte le cinque persone, 3 membri dell’equipaggio e 2 ufficiali del «Centro di riconciliazione», che si trovavano a bordo dell’elicottero militare da trasporto russo MI-8 abbattuto nella provincia nord-occidentale siriana di Idlib. Secondo il ministero della Difesa, l’elicottero è stato colpito con fuoco da terra mentre rientrava nella base militare di Hmeimim dopo aver consegnato aiuti umanitari ad Aleppo.

Fonte: La Stampa

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L’Isis minaccia il presidente russo Vladimir Putin e chiede ai propri combattenti di portare la jihad in Russia. Lo riportano alcuni media. Nel filmato, la cui autenticità non è confermata, un uomo a viso coperto che guida un’auto nel deserto urla: «Ascolta Putin, verremo in Russia e vi uccideremo nelle vostre case. (…) Oh fratelli, conducete la jihad e uccideteli e combatteteli». Il link del video potrebbe essere stato caricato su un account Telegram usato dai terroristi.

Il video dell’Isis dove Putin viene minacciato

Il video mostra anche degli uomini armati che attaccano veicoli blindati e tende, e raccolgono armi nel deserto. Secondo i sottotitoli si tratterebbe di un’azione avvenuta ad Akashat, nella provincia irachena di Anbar. Recentemente Russia e Usa hanno iniziato a trattare per raggiungere un maggior livello di cooperazione contro l’Isis e altri gruppi terroristici a livello militare e di servizi segreti.

La replica del Cremlino

«Probabilmente non dobbiamo esagerare l’importanza di questi filmati»: lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, riferendosi al presunto video dell’Isis in cui si minaccia di portare la jihad in Russia. «Certamente – ha aggiunto – visto che la lotta contro di loro si intensifica e sono messi all’angolo, i terroristi usano la tattica dell’intimidazione».

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