Fisco, ora anche le escort devono pagare le tasse: lo impone una normativa Ue

Il Fisco non guardia in faccia a nessuno. Proprio a nessuno, nemmeno alle escort. L’Europa della misurazione delle cozze o del latte in polvere, la stessa che ha …

Il Fisco non guardia in faccia a nessuno. Proprio a nessuno, nemmeno alle escort. L’Europa della misurazione delle cozze o del latte in polvere, la stessa che ha aperto indiscriminatamente all’olio proveniente dalla Tunisia, ora ha puntato i riflettori sui guadagni delle prostitute, che ora dovranno pagare le tasse senza possibilità di giustificare gli introiti con la storia che l’attività praticata non è presente tra i codici delle dichiarazioni dei redditi prestabiliti dall’Agenzia delle Entrate.

La normativa dell’Unione Europa inquadra infatti i servizi delle lucciole come “prestazione di servizi retribuita”, pertanto non c’è modo di aggirare gli obblighi tributari. L’interpretazione è suffragata anche dall’interpretazione data alla norma dalla Corte di giustizia europea, il ché vuol dire che le escort devono pagare le tasse come tutti gli altri contribuenti. Anche loro dovranno scapicollarsi tra Iva e Irpef che, molto probabilmente, dovranno ricaricare sul prezzo finale al cliente.

Questo non rende legale il mestiere più antico del mondo in Italia, ma solo che il Fisco può procedere alle indagini bancarie sui conti correnti delle prostitute, che se saranno trovate in possesso di depositi senza dichiarazione dei redditi passeranno dei guai.

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