Tempa Rossa, spuntano dossier e foto di Delrio con “quelli della ‘ndrangheta”

L’inchiesta di Potenza sul “caso Total” non si ferma e ora i verbali delle intercettazioni fanno emergere alcuni particolari sul “quartierino di furbetti” (come l’ha chiamato la stessa …

L’inchiesta di Potenza sul “caso Total” non si ferma e ora i verbali delle intercettazioni fanno emergere alcuni particolari sul “quartierino di furbetti” (come l’ha chiamato la stessa Federica Guidi) che si era creato intorno al fidanzato del ministro, Gianluca Gemelli.

Insieme a lui Nicola Colicchi (ex rappresentante della Compagnia delle opere) e Valter Pastena, piazzato a fare il consulente presso il Mise.

Sempre a detta della Guidi, questo giro di potere avrebbe gestito in qualche modo il ministero dello Sviluppo Economico, pilotando addirittura le nomine ai vertici del Mef. Ma non solo. Nelle mani del “quartierino” ci sarebbero stati anche dei dossier capaci di “ricattare” persone influenti di Palazzo Chigi e dintorni. Nel gennaio scorso, infatti, Valter Pastena (che ancora deve ottenere la consulenza al Mise) chiama al telefono Gemelli per metterlo in contatto con Colicchi. L’idea, probabilmente mai stata messa in pratica, è quella di ricattare il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Colpevole, secondo loro, di voler mettere da parte la Guidi. “Dobbiamo vederci molto da vicino – dice nelle intercettazioni Pastena a Gemelli – tutte cose che addirittura ti puoi togliere qualche sfizio, ma serio. I Carabinieri sono venuti a portarmi il regalo in ufficio. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito sto casino usciranno le foto di Delrio a Cutro con i mafiosi”. Foto che Pastena vanta di poter avere in mano: “Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c’era un’indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della ‘ndrangheta… Chi ha fatto le indagine è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi”.

di Claudio Cartaldo

Fonte: il Giornale

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La guerra dei clan nel governo Renzi: la Guidi contro Padoan e De Vincenti

Non è tutta rose e fiori la vita di un governo. E le intercettazioni che stanno uscendo sull’inchiesta petrolio lucana che ha portato alle dimissioni l’ex ministro Federica Guidi lo dimostrano. E’ proprio l’ex titolare del Mise, parlando col suo compagno Gianluca Gemelli a svelare i veleni. Pier Carlo Padoan? “Fatto ministro dalla combriccola” dei petrolieri. De Vincenti? “Un altro del clan”. Lotti? “Uno che vuole piazzare gli amici”. Delrio? “È pronto un dossier contro di lui”.

I quotidiani sono pieni delle intercettazioni telefoniche che la squadra mobile di Potenza ha raccolto nell’inchiesta su Tempa Rossa e che vede indagato, tra gli altri, l’ormai ex compagno di Federica Guidi, Gianluca Gemelli. E da quello che si legge si capisce come nel governo di Matteo Renzi, dietro una parvenza di civile convivenza, ci siano fiumi di veleni e stracci che volano su ogni decisione presa dal fondamentale ministero dello Sviluppo Economica che era condotto dalla Guidi.

Padoan messo lì dai petrolieri – E così, tra le telefonate, spuntano anche nomi importanti. Come quello di Pier Carlo Padoan, il ministro dell’Economia. Nominato da Renzi ma, secondo la Guidi, messo lì non per le sue capacità quanto invece come rappresentante di un clan di petrolieri. “Sai chi glielo ha messo lì Padoan, te lo devo spiegare io? – dice la Guidi in una delle sue telefonate-sfogo con Gemelli – Glielo ha messo sempre quel quarterino lì. Non è che ti devo spiegare. Sempre quel quartierino. Oltre al fatto che si conoscono perché andavano a scalare insieme da vent’anni, lui De Vincenti e Padoan… ma glielo ha messo sempre quel quartierino lì… Quelle pedine, cioè De Vincenti da me, non è un caso, non è per farmi un favore, perché De Vincenti è bravo, capito? Come non hanno messo lì Pier Carlo per fare un favore a Matteo, perché Pier Carlo è bravo”.

“De Vincenti è la mia rovina” – L’ex sottosegretario al Mise De Vincenti era visto come una spina nel fianco. Lo annotano gli stessi poliziotti nell’inchiesta: “Guidi ribadiva che De Vincenti era la sua rovina, che doveva stare molto attenta a lui, perché sapeva tutto, ed aggiungeva “però siccome è diciamo amico di quel tuo clan lì,… prova a prenderci le misure anche tu Gianluca”. Il dito dell’ex ministro è puntato contro i personaggi che si nasconderebbero dietro al sottosegretario De Vincenti: “…però siccome è diciamo amico di quel tuo clan lì, sappi… perché oltretutto, come dire, lui lì è uno che sa le cose, quindi prova a prenderci le misure anche tu Gianluca, hai capito? Perché loro lì sono dei figli di p… , è chiaro?”. E ancora: “Io non mando a puttane come ho già rischiato di fare un pezzo della mia roba per fare un favore a tutta quella combriccola lì. De Vincenti è un pezzo di m…, lo tratto da pezzo di m…”. Secondo gli inquirenti, quello riportato, è un dialogo essenziale per comprendere le dinamiche che avrebbero portato a certe decisioni. Gemelli affermava che il soggetto non aveva niente a che dividere con lui. Guidi gli rispondeva “… no, non ha niente a che dividere, ma te e la fida amica Finocchiaro”.

Anna Finocchiaro, l’amica di Gemelli – In una discussione con Gemelli la Guidi lancia anche una specie di avvertimento alla senatrice Pd Anna Finocchiaro, definita la “fida amica” di Gemelli. “Io non vado a chiamare Anna (Finocchiaro ndr), perché non sono io che devo andare a spiegare… non so neanche bene per quale motivo devo spiegare queste cose, questa vicenda, prendano atto della cosa loro, lo prendano come un avvertimento”. E poi conclude: “Gianluca, se tirano giù me, tirano giù pure te” per realizzare i loro scopi, secondo l’accusa, il “clan” inserisce nel Mise il consulente Valter Pastena che, intercettato, dice al telefono che vuole un ufficio tutto suo al ministero: “No, ma io senza stanza non ci vado! Se passerò, come passo, con la ministra dello sviluppo economico si apre tutto un altro scenario”.

Andrea Guerra e Luca Lotti – Anche i fidati uomini di Renzi, Lotti e Guerra, risultano fastidiosi per gli affari di Gemelli. Lo si evince nella intercettazione in cui Gemelli cercava di piazzare il suo amico Franco Broggi a capo di un’ azienda partecipata. E per questo scopo metteva la Guidi “in croce” dicendole di fregarsene di tutti: “Con ‘tutti’ – annota la Squadra mobile – intendeva riferirsi ai vari Andrea Guerra, Luca Lotti”. Per lo stesso scopo, in un “fuoco incrociato”, erano stati investiti Antonello Montante, Presidente Confindustria Sicilia, oggi accusato di associazione mafiosa in un’ altra inchieste, e un politico del Pd, Paolo Quinto, che non sono indagati. Dice Gemelli a Broggi: “Federica l’ho messa in croce, gli ho detto ‘senti figlia mia, ma non…’ perché anche l’hanno fatta incazzare Renzi, poi c’è sta testa di cazzo di questo qua di Luxottica, come si chiama, Andrea Guerra… che glielo hanno messo a controllare la cosa dell’Ilva! E le stanno rompendo… ho detto ‘senti tu mollali’, ora c’è Montezemolo che vuole prendersi l’Ice però sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, voleva fare la guerra di crociate, gli ho detto ‘senti fammi ‘na cortesia , se tu metti una combinazione, Renzi – Montezemolo, due che mezzora di lavoro nella loro vita non l’hanno mai fatta e che devono… coordinare duecento, trecento persone per portare fatti concreti… se te lo tieni sotto tu, t’inculano prima o poi a te, perché son bravissimi, son bravi solo a fare quello!”. E prosegue: “‘Fede, fammi una cortesia , fai alla Razzi, fatti le cazzi tua? (…) mollagli ‘sta cosa qua tu devi pensare solo a un cristiano”. Pochi minuti più tardi Broggi replica: “Se mi mettete in una posizione. Ma poi nelle cose c’è un ritorno. Io te ci siamo capiti”.

Il dossier contro Delrio – C’è poi la telefonata tra Gemelli e Walter Pastena, prima funzionario della Ragioneria e poi consulente allo Sviluppo Economico, collaboratore di Guidi, in cui viene fuori il nome del ministro Graziano Delrio. Pastena parla di un dossieraggio nei confronti di Delrio. “Io ti devo parlare da vicino”, esordisce con Gemelli. “Ma proprio da vicino, molto da vicino, ma tutte cose che addirittura ti puoi togliere pure qualche sfizio… ma serio ti puoi togliere qualche sfizio..eh?. E aggiunge: “Tieni conto che i carabinieri prima che tu venissi là, sono venuti a portarmi il regalo in ufficio, perché tu non stai attento. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito sto casino usciranno le foto di Delrio, Cutro (paese calabro, ndr) con i mafiosi… Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c’ era un’ indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della ‘ndrangheta… (…) no, te l’ ho detto, perché che ha fatto le indagine è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi”.

Guidi esasperata e gelosa – “Non fai altro che chiedermi favori, con me ti comporti come un sultano”. E viene fuori anche l’umanità della Guidi che nelle intercettazioni si lamenta col compagno. “Mi sono rotta… a quarantasei anni… tu siccome stai con me e hai un figlio con me, mi tratti come una sguattera del Guatemala”. “Io per te valgo meno di zero – dice in un’altra telefonata l’ex ministro – le cose che ho fatto per te non vanno mai bene, non sono sufficienti”. Uno sfogo continuo col compagno al quale si aggiunge la gelosia nei confronti delle altre donne e della ex moglie di Gemelli, con la quale lui ha avuto due figli: “Per te valgo meno di zero come tutte, stai più con loro che con nostro figlio”. Una vita familiare complessa in cui la Guidi, donna forte all’apparenza, mostra anche le sue debolezze: “Non sono cretina… perché tutte le volte Gianluca… tutte le volte… le camicie, le cattiverie, tutto… per te è un diritto, ottenere quello che tu pensi sia possibile”. Ma arrivano anche i momenti in cui l’ex ministro rinfaccia al suo Gianluca gli sprechi e gli errori: “Quanto ti è costato l’ufficio, dimmi?… Un milione di euro”. “Ma quando tu ti sei andato a sputtanare centinaia di milioni di euro, in una situazione che neanche un deficiente…, io a quarantasei anni, mi alzo domani mattina alle tre e mezza perché vado a lavorare, perché so com’è fatto il mondo, non vivo su Marte. Tu invece…”.

Fonte: TgCom24

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1 commento

  1.   

    ogni giorno vedo il coro delle meraviglie.  la mafia coinvolge chì gli può  essere utile non ha mai fatto questione di colore politico ma di soldi. visto che ormai è evidente che non è mai esistita una superiorità morale economica e politica della sinistra  , pure loro sono ..infiltrati… dalla mafia come gli altri. poi   mafia capitale e le foto con poletti sono un sintomo evidente . pertanto perchè pure del rio non possa essere contagiato.  aspettiamo sereni la magistratura.  chiamiamo  CANTONEEEEEE