Usa-Ue, affonda definitivamente il trattato Ttip. C’è il no anche di Berlino

Non ci sarà il Ttip, l’accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Unione europea, nell’eredità che Barack Obama lascerà in consegna al suo successore alla Casa …

Non ci sarà il Ttip, l’accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Unione europea, nell’eredità che Barack Obama lascerà in consegna al suo successore alla Casa Bianca. La previsione viene da Berlino, con il vice cancelliere e vice ministro tedesco dell’Economia, Sigmar Gabriel, che dichiara “di fatto” fallito il negoziato tra le due sponde dell’Atlantico, dando così voce a quanti in diversi pensano da tempo, tra chi si rammarica per l’occasione perduta e chi è invece lieto di archiviare un capitolo risultato in effetti troppo complicato da scrivere fino in fondo.

E se di fallimento si dovrà quindi parlare, a contribuire sarà stato senza dubbio il clima acceso dalla campagna elettorale in corso per le presidenziali americane. Intanto Donald Trump, il candidato repubblicano, ha giurato guerra agli accordi di libero scambio sull’onda della sua promessa di protezionismo per “rendere l’America di nuovo grande”: in nome di essa ha tra l’altro ha garantito che si libererà anche del Nafta (accordo di libero scambio tra Usa, Canada e Messico), così come di bloccare l’accordo transpacifico voluto da Obama per aprire un corridoio con l’Asia. La democratica Hillary Clinton, pur in un primo momento dalla parte di Obama, ha poi nel corso della campagna elettorale preso le distanze dal progetto, in risposta al dissenso manifestato da una parte consistente dell’elettorato democratico, che su questo punto Hillary rischiava di abbandonare nelle braccia di Bernie Sanders, il suo sfidante alle primarie.

L’amministrazione a Washington però ci spera ancora e anche nelle ultime settimane non ha mancato di lavorarci, se non addirittura accelerando e intensificando gli sforzi: a quanto risulta non ha infatti mai interrotto nemmeno durante la pausa estiva i contatti con la controparte europea, alla luce anche del voto britannico sulla Brexit che ha senza dubbio complicato un tragitto già percorso a singhiozzi. Del resto, come ha osservato il tedesco Sigmar Gabriel, in 14 round di colloqui le parti non hanno trovato un’intesa su un solo capitolo dei 27 sul tavolo.

Troppo poco e troppo tardi: all’inizio dell’estate era stato anche il ministro italiano dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ad avvertire che il Ttip era in bilico: “Il Ttip – aveva detto – secondo me salta perché siamo arrivati troppo lunghi sulla negoziazione”, quindi “sarà molto difficile che passi e sarà una sconfitta per tutti”.

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