Virus del Nilo: nessun allarme. Tutti i sintomi e la cura

Sono tre i casi finora segnalati di malattia da virus del Nilo occidentale: due in provincia di Lodi, emersi in questi giorni, e uno nella provincia di Parma, …

Sono tre i casi finora segnalati di malattia da virus del Nilo occidentale: due in provincia di Lodi, emersi in questi giorni, e uno nella provincia di Parma, risalente ad inizio agosto. La positività al virus è stata segnalata anche per tre donatori di sangue, due nella provincia di Cremona e uno nella provincia di Reggio Emilia. Altri casi confermati (febbri e forme neuro invasive) stanno emergendo all’interno dell’Unione europea. Ma, niente allarmismi: quest’infezione non è nuova né in Europa, né in Italia.

Nel nostro paese, ogni anno, tra giugno e ottobre, si rileva qualche episodio di questa malattia, tanto che dal 2008 al 2014, si sono registrati solo poco più di 130 casi autoctoni (cioè non importati dall’estero), notificati da 7 Regioni. Ciò è dovuto al fatto che l’infezione è innocua e non dà sintomi in otto casi su dieci, mentre la manifestazione più grave, la meningo-encefalite, è un fenomeno molto raro.

Trasmessa dalle zanzare

Il vettore dell’infezione è la zanzara che, a sua volta viene contagiata dagli uccelli selvatici (che costituiscono il vero serbatoio d’infezione) e la trasmette ad altri uccelli e altri animali, come l’uomo e il cavallo, attraverso la puntura.

La malattia non si trasmette da uomo a uomo o da mammifero a uomo, neanche col tramite di una puntura di zanzara, perché la catena di trasmissione nei mammiferi si blocca. Nei mammiferi, detti “ospiti a fondo cieco”, il virus non si diffonde nel sangue in maniera sufficiente a contagiare le zanzare (quando pungono) e così infettare altri animali. Il percorso obbligatorio è, quindi, uccello infetto, zanzara infetta, uomo. La presenza del virus nel nostro territorio non è quindi assolutamente legata all’immigrazione di persone dai paesi africani, bensì al passaggio degli uccelli migratori.

Trasfusioni a rischio

L’ infezione può essere trasmessa anche attraverso un trapianto d’organo o una trasfusione di sangue da paziente infetto. Per questo motivo, il Centro nazionale sangue adotta misure di prevenzione, attraverso l’esecuzione di test sulle donazioni di sangue nelle province interessate dalla diffusione del virus nelle zanzare e negli uccelli, mentre a livello nazionale si applica la sospensione temporanea per 28  giorni dei donatori che hanno trascorso almeno una notte nell’area interessata. Allo stesso modo, il Centro nazionale trapianti fornisce le indicazioni da seguire per la prevenzione della trasmissione del virus in caso di trapianto d’organo, tessuti e cellule nella stagione estivo-autunnale, periodo di maggiore probabilità di diffusione dell’infezione.

I sintomi e la cura

La febbre del Nilo occidentale è caratterizzata da sintomi banali simili a quelli dell’influenza, come febbre alta, mal di testa, nausea evomito, linfonodi ingrossati e in alcuni casi sfoghi cutanei. Questi sintomi, però, si presentano solo in una persona su cinque: la gran parte delle infezioni non si manifesta con alcun sintomo e non dà alcun problema.

Le reazioni gravi, anche letali, sono tuttavia rare: meno dell’1% dei casi presenta sintomi neurologici importanti (forti mal di testa, rigidità nucale, disorientamento, debolezza muscolare, convulsioni e disturbi della vista), meningite (infiammazioni delle meningi, membrane che ricoprono il cervello), encefalite (infiammazione del cervello), paralisi e coma.

Non esiste una terapia specifica per la febbre del Nilo occidentale, né un vaccino, ma non bisogna allarmarsi: come anticipato, nella gran parte dei casi la malattia si risolve autonomamente nel giro di qualche giorno. Il trattamento è solo sintomatico. Nei casi più gravi, caratterizzati da sintomi neurologici, è opportuno recarsi subito all’ospedale.

L’unico mezzo di prevenzione è evitare le punture di zanzare, cosa che ci protegge anche da altre infezioni trasmesse in questo modo. Meglio quindi dotare le abitazioni o le residenze estive di zanzariere e disinfestare e bonificare gli ambienti che possono ospitare le zanzare e favorire la loro riproduzione, come i ristagni d’acqua.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Altroconsumo

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